The Soundcheck intervista Felice

È uscito su tutte le piattaforme digitali il primo singolo di Felice, Le nostre litigate al mare prodotto da Emiliano Bassi, co-autore insieme a Felice per Fiero Dischi.

Felice è nato a Napoli e con lui l’amore per la musica, un pianoforte sarà lo strumento che lo avvicinerà a questo mondo, il suo.
Ha trascorso ore in compagnia della musica, che a quantificarle sarebbe più facile chiedergli la sua età!

Inizia a suonare le prime cover strumentali e le carica su un canale Youtube, cresce la voglia di accompagnare la musica con la sua voce e il suo profilo inizia a crescere… Felice conquista il cuore di chi dall’altra parte dello schermo è lì che sorride e canta con lui!
Quel coro che presto potrà sentire a un passo dal palco.

Nel 2019 partecipa al talent show The Voice Of Italy e gareggia all’interno del programma con il team Morgan.

Di suo pugno oggi scrive canzoni, regalando emozioni.
Cosa mi avrà raccontato?

Tutti si creano un nome d’arte come mai hai scelto di restare Felice?

Felice sono io, è il mio mondo, non mi andava di costruire un nome d’arte a tavolino. Voglio restare sincero e senza filtri, come le mie canzoni.

L’amore spesso ci confonde. Ne sentiamo mancanza quando non c’è e quando abbiamo accanto una persona litighiamo. Meglio un rimpianto o aver vissuto una storia andata a finire male?

Credo più di tutto che l’amore vada vissuto a pieno, senza rimpianti. Personalmente nei miei testi racconto storie che ho vissuto. Secondo me poco importa poi se queste finiscono male, ognuna ci lascia qualcosa di buono, nel mio caso, le canzoni. Amate sempre.

Per conoscerti meglio ti chiedo, ti lasci ispirare per scrivere testi più da situazioni cupe o quando trascorri piacevoli giornate?

L’ispirazione è un processo complesso, capita quando meno l’aspetti, almeno nel mio caso. Mi può “arrivare” in ogni luogo, in qualsiasi momento e da qualsiasi situazione. Generalmente tendo a scrivere di più nei periodi cupi, anche perché è lì che sento l’esigenza di dover raccontare e tirare più cose fuori.

“Le nostre litigate al mare” nasce da un mancato pomeriggio al centro commerciale, in te però si erano accomodate diverse emozioni contrastanti che hai tirato fuori al fine della storia. È la musica a consolarti o cos’altro ami fare?

Mi piace un sacco guardare le serie TV, leggere, giocare alla play, che poi sono tutte fonti di ispirazione per me e (spoiler allert) sono temi che saranno presenti anche nelle prossime canzoni che usciranno.

La mia serie preferita è The100, mi ha praticamente rubato la testa dal primo episodio fino alla sesta stagione che sto guardando attualmente.
Mi piace molto anche lo sport, ho un attrezzatura da palestra a casa e scappo a fare partite di calcetto quando posso.

Ami il mare, non sei a tuo agio invece dove?

Non mi piace stare in luoghi troppo affollati, soprattutto evito di uscire il fine settimana in cui c’è gente praticamente ovunque, mi mette ansia.
Le nostre litigate al mare l’ho scritta di martedì, avevo voglia di girare dentro un centro commerciale di domenica non sarebbe mai potuta nascere.

Cosa hai imparato dall’esperienza di The Voice of Italy?

The Voice è stato un passaggio fondamentale del mio percorso artistico.
Per anni ho sognato di entrare in un talent vedendolo un po’ come un punto di arrivo o perlomeno di svolta.

Una volta dentro però, ho scoperto che era tutto il contrario di ciò che mi aspettavo. A chi vuole fare questo percorso come me, consiglio di non fissarsi troppo sui talent show, non è quello che vi dirà se siete artisti o meno.

Come ti senti davanti al pubblico che è lì per ascoltarti? Nei loro occhi che emozioni susciti e quindi ti trasmettono?

All’inizio, proprio per il problema di cui parlavo prima, mi metteva agitazione il pubblico. Avere tante persone così vicino e concentrate solo su di me, mi metteva soggezione.

Con il tempo sono riuscito a migliorare sotto questo aspetto, adesso non vedo l’ora di esibirmi, di trascinare e farmi trascinare, quasi come in una danza, dall’esplosione di energia che si crea in quel momento.

a cura di
Silvia Consiglio